da IlRestodelCarlino.it
Dov’è già attivo il porta a porta, si arriva addirittura al 60-65%; l’obiettivo dell’assessore all’ambiente del Comune di Rimini, Andrea Zanzini è quello di estendere tali percentuali su tutto il territorio comunale.
Rimini, 12 dicembre 2008 – La raccolta differenziata tradizionale, quella con i cassonetti in strada, non è più sufficiente a raggiungere i livelli di raccolta previsti dalle linee guida nazionali secondo Maurizio Melucci, consigliere comunale dei Verdi. Per questo motivo, nel Consiglio comunale di ieri, l’esponente del Sole che ride ha rivolto un’interrogazione per conoscere i dati della raccolta differenziata a Rimini e sapere quanto tempo ci vorrà per estendere la sperimentazione del porta a porta a tutta la città.
Per Melucci infatti, la raccolta domiciliare non solo permette una riduzione dei rifiuti da conferire agli inceneritori, ma responsabilizza il cittadino e crea anche nuovi posti di lavoro. L’interrogazione di Melucci ha dato occasione all’assessore alle Politiche ambientali, Andrea Zanzini, di ricordare come in un recente report della Provincia, il comune di Rimini si sia aggiudicato il terzo posto tra le città del territorio per quantità di rifiuti differenziati. La percentuale della differenziata infatti, spiega Zanzini, è cresciuta negli ultimi anni dal 20 al 40%.
Un risultato ottenuto anche se Rimini, come città turistica, conta un numero di presenze molto diverso in estate rispetto all’inverno, il che crea qualche complessità in più alla raccolta differenziata. Per Zanzini la frontiera del 60% di rifiuti differenziati dunque è “a portata di mano” visto che laddove è stato avviato il porta a porta, si arriva già al 60-65%. L’obiettivo, conclude Zanzini “ è portare la sperimentazione su tutto il territorio comunale entro la fine della legislatura” ma anche riflettere sul trattamento dei rifiuti dopo la raccolta.
“Riccione per l’energia pulita”, dopo aver organizzato due viaggi al quale hanno partecipato gli amministratori dei comuni di Rimini, Riccione, Coriano e Misano ed essersi adoperato per far conoscere le nuove tecnologie di selezione a freddo denominate trattamento meccanico–biologico (TMB), tecnologie che senza ricorrere alla combustione selezionano ogni tipologia di rifiuto sia al fine di recuperare materia che per produrre energia, in seguito all’avvenuta constatazione da parte degli amministratori dei comuni di Rimini, Riccione, Coriano e Misano del fatto che queste nuove tecnologie sono già operative sul territorio nazionale e al fine di chiedere il rispetto delle norme contenute nel Decreto Ambientale n.152/2006 art. 179 e 181, che antepone il recupero di materia all’incenerimento con produzione di energia, prima che la Provincia rilasci l’Autorizzazione Integrata Ambientale (atto che di fatto darebbe il via libera all’esercizio della nuova linea dell’inceneritore di Raibano) chiede alle autorità della Provincia di prendere atto che in una gestione integrata dei rifiuti, per legge, l’incenerimento segue il recupero di materia e che le moderne tecnologie permettono di ottenere energia dalla frazione organica dei rifiuti senza emissioni nocive nell’ambiente. Pertanto chiede alla Provincia di Rimini di disporre la sospensione dei lavori di costruzione dell’inceneritore e di riconsiderare alcuni obiettivi non adeguatamente previsti dall’attuale Piano dei Rifiuti proponendo come azioni prioritarie alla costruzione della nuova linea dell’inceneritore:
a) la ristrutturazione tecnologica dell’esistente impianto di separazione del rifiuto secco (AKRON) al fine di migliorarne l’efficienza e di predisporlo per la separazione del rifiuto indifferenziato altrimenti destinato all’inceneritore o alla discarica.
b) il potenziamento della raccolta differenziata tramite l’estensione della raccolta di rifiuti “porta a porta”, con l’obiettivo di superare la quota del 65% nei prossimi 2 anni;
c) La costruzione di un impianto di separazione dei rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade attualmente destinati alla discarica o all’incenerimento in luogo da destinarsi.
d) La costruzione di un impianto di produzione di energia mediante digestione anaerobica del rifiuto umido, che rende superflua la costruzione dell’inceneritore.
Sappiamo che il costo dell’inceneritore ammonta a circa 100 milioni di € e che questa cifra è più che sufficiente per costruire due nuovi impianti con relative opere murarie e per ristrutturare l’impianto di separazione del rifiuto secco denominato AKRON.