da newsrimini.it
Approvata martedì scorso dalla giunta la prima parte dei provvedimenti sulle limitazioni al traffico. (le modalità)
Tra le novità stop alle auto di proprietà del Comune, nuovi parcheggi scambiatori e deroghe per chi deve andare a prendere i figli a scuola.
Si fermeranno anche le auto non a norma di proprietà del Comune nei giorni del blocco del traffico.
Questa una delle novità delle limitazione alla circolazione che dal primo ottobre entreranno in vigore. Dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 18.30, sarà vietato dunque l’accesso a mare della statale per tutte le auto datate e particolarmente inquinanti.
Niente paura per chi deve andare a portate o prendere i figli a scuola, arriva la deroga se muniti di attestato di frequenza e limitatamente ai 30 minuti prima e dopo la campanella.
Verranno inoltre introdotti nuovi parcheggi scambiatori con bike-sharing in via Euterpe, Fantoni e 23 Settembre.
A commercianti e artigiani che ieri in un documento congiunto sottolineavano, tra le altre cose, l’inefficacia di questo tipo di iniziative, l’assessore Zanzini chiede di prendere visione delle analisi Arpa Emilia Romagna relativi a gennaio-marzo 2008.
I dati evidenziano una riduzione del 35% del traffico veicolare e una diminuzione del 30% delle emissioni atmosferiche. “Ho chiesto alle categorie di prendere atto di questi dati scientifici – ha precisato l’assessore Zanzini – Abbiamo proposto strumenti per agevolare l’accesso al centro ma senza la condivisione di questi dati difficilmente si riesce a ragionare”.
da IlRestodelCarlino.it
Blocco auto, avanti coi divieti
Ai negozi nessuno ‘sconto’
L’assessore comunale all’ambiente Andrea Zanzini è categorico: non si restringeranno i confini dell’area interessata dal blocco del giovedì e dalle altre limitazioni al traffico del piano anti-smog, come chiesto dalle categorie
Rimini, 25 settembre 2008 – Hanno risposto ‘picche’, su tutti i fronti. Difficile pensare di prevedere la deroga per la pausa pranzo, dalle 12,30 alle 14,30, quando “tutti gli altri Comuni che fanno il blocco del giovedì — ricorda l’assessore all’Ambiente Andrea Zanzini — tirano dritto, dalle 8,30 fino alle 18,30”. Difficile restringere i confini dell’area interessata dal blocco del giovedì e dalle altre limitazioni al traffico del piano anti-smog, come chiesto dalle categorie. Quasi impossibile prevedere sconti alle attività danneggiate dal blocco.
Per Confesercenti, Confcommercio, Cna e Confartigianato l’atteso incontro di ieri a palazzo Garampi sul limitazioni del traffico è stata una Waterloo. Una disfatta, nonostante Zanzini, che ha incontrato le categorie con gli assessori provinciali Rossini e Romani, parli di “clima positivo”, e di “alcune proposte che saranno valutate attentamente”. Su alcune però (ed erano le più importanti) Comune e Provincia hanno fatto capire ieri che non tira aria… In particolare, resterà inascoltata la richiesta delle associazioni di ridurre la zona del blocco delle auto del giovedì e delle altre limitazioni (prevista a mare della Ss16). “E’ difficile trovare una soluzione diversa”, ammette Zanzini.
No anche agli sconti e alle agevolazioni fiscali per i negozi e le attività artigiane penalizzate dal piano anti-smog. A quel punto le associazioni hanno chiesto che “almeno vengano previsti incentivi per migliorare il centro storico”. No anche alla sospensione delle limitazioni, dalle 12,30 alle 14,30. “Ma questo provvedimento — attacca Mirko Pari di Confesercenti — penalizzerà tanti lavoratori e cittadini, che non potranno tornare a casa per pranzo”. Cna e Confartigiano hanno chiesto deroghe per i mezzi degli artigiani. “Su queste — continua Zanzini — vedremo. Se arriveremo a un piano di incentivi per rottamare i mezzi, concederemo una deroga di 1 o 2 anni”. Tutti d’accordo sulla necessità di aumentare i parcheggi ‘scambiatori’ nelle aree a ridosso del centro, magari con delle navette. Ma per le categoirie è troppo poco, visto che “il Comune è il primo inadempiente: di 140 mezzi, solo 17 sono in regola”.
Manuel Spadazzi
Caro Andrea,
ti scrivo (forse tardivamente) per esprimere il mio disappunto circa le limitazioni al traffico imposte dal comune di Rimini e principalmente dal tuo assessorato.
Tra amici e colleghi insegnanti sto denotando a tal riguardo un malcontento diffuso e crescente. Sospinto da questo, vorrei proporre questa contestazione dell’ordinanza e cogliere l’occasione per discutere di problematiche ambientali tramite il tuo blog per poi passare eventualmente ad altri mezzi di comunicazione.
Senza entrare nel merito della sua costituzionalità, vorrei sollevare alcune domande su principi e dati oggettivi sui quali si fonda l’ordinanza. In particolare:
1) l’ordinanza rispetta il principio di uguaglianza sociale?
2) l’ordinanza favorisce realmente atteggiamenti di tutela ambientale?
3) i dati sull’efficacia delle limitazioni sono davvero un solido sostegno a tale tipo di intervento?
1)
Ritengo l’ordinanza “anti-sociale”. Si provi a pensare a quali sono le persone effettivamente colpite dalle limitazioni. Si tratta di quella piccola frazione della popolazione riminese che possiede mezzi vecchi (non “a norma”, secondo l’ordinanza) e che, per il poco utilizzo o per le scarse possibilità economiche, non ha acquistato mezzi nuovi negli ultimi anni. Ebbene questa schiera di persone, poco mobili e meno abbienti, risulta cosi appiedata mentre coloro che utilizzano auto più moderne, magari proprio perché economicamente avvantaggiati, possono circolare tranquillamente.
2)
Per quanto riguarda le problematiche ambientali, spero non sia difficile essere d’accordo sul fatto che esse hanno un’origine comune evidente e ben nota nel consumismo. Ebbene la suddetta ordinanza risulta anti-ambientale proprio perché è un manifesto del consumismo. Essa infatti induce al ricambio continuo di autovetture e ciclomotori secondo la disastrosa logica dell’usa e getta. Questa corsa alle auto nuove o moderne fa leva sulla certificazione dell’abbattimento delle loro emissioni inquinanti. Ci si dimentica però della quota di inquinamento associabile ad un veicolo dal momento della sua produzione alla vendita, della quale la società consumistica, in modo subdolo, non prevede alcuna certificazione. L’ordinanza inoltre lascia libera la circolazione durante le festività e soprattutto per tutto il periodo natalizio e pasquale: come dire che quando si tratta di consumismo di massa qualunque inquinamento è concesso, anzi favorito.
Sempre sul carattere anti-ambientale dell’ordinanza porto in esame il mio caso che, ti assicuro, non è l’unico – e anche se lo fosse meriterebbe attenzione poiché non è sul numero che si decide se una cosa è giusta. La mia personale ambizione e’ di eliminare completamente l’utilizzo dell’auto (posseggo un auto euro 1) e di effettuare i miei spostamenti nella città di Rimini e per andare al lavoro utilizzando solo la vespa. Ritengo questa scelta ecologica per l’ambiente sia cittadino sia globale. Nello spirito dell’ordinanza la vespa è considerata un mezzo inquinante, questo principalmente in riferimento all’emissione di idrocarburi incombusti. Occorre pero valutare anche l’emissione di tutti gli altri inquinanti e soprattutto fare alcune considerazioni aggiuntive. E’ indubbio che l’utilizzo della vespa rende un favore alla città in quanto evita le drammatiche congestioni urbane e le file ai semafori, che sono davvero i momenti di alto tasso d’inquinamento. Riduce inoltre drasticamente le problematiche relative al parcheggio. Ma rende soprattutto un favore al pianeta in termini di emissioni di CO2, di consumo di carburante e, nel mio caso, per il fatto che i suoi oltre 25 anni di vita hanno evitato la produzione inquinante di altri ciclomotori che avrebbero dovuto sostituirla. Ebbene tale mia scelta di rinuncia all’auto e di utilizzo della sola vespa mi è impedita dall’assurda ordinanza che mi costringe ad andare al lavoro in automobile. E, secondo i sostenitori delle limitazioni del traffico, quando la mia auto Euro 1 diventerà fuori norma dovrei comprarne una nuova e partecipare in tal modo al suddetto ciclo consumistico. In conclusione la mia scelta di risparmio energetico e a favore dell’ambiente cittadino e globale viene contrastata dall’assessorato alle politiche ambientali ed energetiche.
3)
Vengo ora alla questione dei dichiarati effetti dell’ordinanza sulla qualità dell’aria. In una recente intervista ti sei riferito ad uno studio dell’ARPA secondo il quale la limitazione del traffico determina una riduzione dell’inquinamento urbano di circa il 30%. Assumo, a tuo favore, che la mancata specificazione dei valori di riferimento, del periodo studiato e del tipo di inquinante in questione (Benzene? Ossidi di azoto? Ozono? Polveri sottili?) sia stato dettato da esigenza di sintesi. Ma forti dubbi sulla tua dichiarazione derivano, oltre che dal confronto con altri studi italiani che non evidenziano alcun effetto positivo di simili ordinanze, dalla considerazione della effettiva percentuale di veicoli che, rispettando le limitazioni, non circolano. I vecchi mezzi inquinanti costituiscono certamente molto meno del 35% del totale del traffico urbano e quindi come può quel dato scaturire dalla sola loro limitazione? Inoltre nell’ordinanza si parla di un superamento della soglia PM10 per più di 35 giorni all’anno senza che venga specificato in quale periodo dell’anno occorrano; non è difficile sospettare che ciò avvenga in estate, periodo di intenso traffico ed escluso dalle limitazioni imposte dall’ordinanza. Ma visto che in campo tecnico-scientifico le affermazioni si devono basare su numeri ti chiedo gentilmente di farmi avere i dati da cui sono state estrapolate le tue dichiarazioni e cioè i rilevamenti annuali delle centraline distribuite nella città, integrati con i dati meteorologici e con i dati annuali del traffico.
Infine, volendo essere propositivi, io credo che se si perseguisse davvero la riduzione dell’inquinamento si dovrebbe prendere in considerazione i seguenti provvedimenti.
– Estendere i limiti di circolazione a tutti i mezzi a quattro ruote (vecchi e nuovi) e di estenderne la validità soprattutto ai periodi di intenso traffico che sono proprio quelli natalizi ed estivi. Per quale ragione in tali periodi e soprattutto in estate, quando la compresenza della radiazione solare rende davvero l’inquinamento fotochimico un problema serio, non si applica alcuna limitazione? L’applicazione dell’ordinanza solo per brevi periodi invernali mi ricorda un poco colui che, fintamente in dieta dimagrante, si preoccupa di ridurre lo zucchero nel caffè alla fine di un pasto esagerato.
– Perché non applicare la limitazione totale, attualmente in vigore il giovedì, al sabato ed alla domenica? Sono questi i giorni in cui i cittadini possono organizzarsi con calma (e cioè senza l’obbligo degli orari lavorativi) e raggiungere la città con mezzi alternativi quali l’autobus e soprattutto la bicicletta e sfruttando pure al meglio la tua ottima iniziativa del bike sharing. Questa sarebbe un bella e concreta possibilità offerta alla cittadinanza per godersi una città libera dal traffico, silenziosa ed in armonia con l’ambiente e la salute delle persone.
– Infine, perché non si iniziano a considerare i comportamenti come inquinanti? Io credo che un politico illuminato dovrebbe cominciare a pensare che non sono i mezzi che inquinano ma il loro utilizzo sbagliato e cioè sono le persone che inquinano. Mi pare che ci sia una bella differenza tra colui che quotidianamente utilizza un SUV per andare in città a prendere un caffè magari a 500 metri da casa sua e colui che una volta al mese va in città, pure con un mezzo antiquato, e magari per una commissione necessaria.
Nella speranza di averti offerto alcuni utili spunti e nella speranza di sollecitare l’interesse di alcuni utenti del tuo blog ti saluto affettuosamente e quando vuoi che ci vediamo per una birretta fa sapere.
Davide Capacci