ll comunicato stampa della Commissione UE:
Per l’Italia fissata una riduzione del 13% sui livelli del 2005 per i settori non soggetti a mercato emissioni e una quota di rinnovabili del 17% sul totale.
Comunicato di Bruxelles.
Promuovere la crescita e l’occupazione rispettando gli impegni in materia di cambiamenti climatici
La Commissione europea ha adottato oggi un importante pacchetto di proposte che darà attuazione agli impegni assunti dal Consiglio europeo in materia di lotta ai cambiamenti climatici e promozione delle energie rinnovabili. Le proposte dimostrano che gli obiettivi fissati l’anno scorso sono realizzabili sia dal punto di vista tecnologico che economico e offrono opportunità commerciali senza precedenti a migliaia di imprese europee. Le misure previste accresceranno significativamente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili in tutti i paesi e imporranno ai governi obiettivi giuridicamente vincolanti. Grazie a una profonda riforma del sistema di scambio delle quote di emissione, che imporrà un tetto massimo alle emissioni a livello comunitario, tutti i principali responsabili delle emissioni di CO2 saranno incoraggiati a sviluppare tecnologie produttive pulite. Il pacchetto legislativo intende consentire all’Unione europea di ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra e porta al 20% la quota di rinnovabili nel consumo energetico entro il 2020, secondo quanto deciso dai capi di Stato e di governo europei nel marzo 2007. La riduzione delle emissioni sarà portata al 30% entro il 2020 quando sarà stato concluso un nuovo accordo internazionale sui cambiamenti climatici.
Il presidente della Commissione José Manuel Barroso ha dichiarato: “La lotta ai cambiamenti climatici è la grande sfida politica che la nostra generazione deve affrontare. La nostra missione, o meglio il nostro dovere, è definire un quadro politico che consenta di trasformare l’economia europea in un’economia più attenta all’ambiente, e continuare a guidare l’azione internazionale volta a proteggere il nostro pianeta. Il pacchetto che proponiamo non soltanto risponde a questa sfida, ma dà la giusta risposta al problema della sicurezza energetica e rappresenta un’opportunità che dovrebbe portare alla creazione di migliaia di nuove imprese e di milioni di posti di lavoro in Europa, un’opportunità che dobbiamo cogliere al volo”.
Secondo il commissario per l’ambiente Stavros Dimas, “il pacchetto di proposte, basato sull’avveniristico sistema comunitario di scambio delle quote di emissione, dimostra ai nostri partner internazionali che un intervento deciso contro i cambiamenti climatici è compatibile con il mantenimento della crescita economica e della prosperità. Grazie ad esso l’Europa parte avvantaggiata nella corsa verso un’economia globale a basse emissioni di carbonio, che porterà un’ondata di innovazione e favorirà la creazione di nuovi posti di lavoro nel campo delle tecnologie pulite. Le proposte danno attuazione agli impegni assunti lo scorso anno dai capi di Stato e di governo dell’UE ripartendo equamente gli sforzi. Ora tutti gli Stati membri devono fare fino in fondo la loro parte”.
Il commissario Andris Piebalgs, responsabile per la politica energetica, ha affermato che “in un momento di crescita dei prezzi del petrolio e di preoccupazione per il clima, le fonti energetiche rinnovabili ci offrono un’opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire. Ci aiuteranno a ridurre le emissioni di CO2, a rendere più sicuro il nostro approvvigionamento energetico e a sviluppare la crescita e l’occupazione in un settore ad alta tecnologia e in pieno sviluppo. Se riusciremo a compiere uno sforzo ora, l’Europa sarà in grado di guidare la corsa verso l’economia a basse emissioni di carbonio di cui il pianeta ha disperatamente bisogno”.
La commissaria per la concorrenza, Neelie Kroes, ha aggiunto: “La disciplina degli aiuti di Stato per la tutela ambientale offre un importante contributo alla politica dell’UE in materia di energia e cambiamenti climatici e al costante processo di riforma degli aiuti di Stato. È un’opportunità vantaggiosa sotto ogni profilo: per gli Stati membri, che possono finanziare progetti ambientali, e per la crescita economica nell’UE.”
Basandosi sul sistema UE di scambio delle quote di emissioni, la Commissione propone di rafforzare il mercato unico del carbonio a livello comunitario, che si estenderà a un numero maggiore di gas serra (attualmente lo scambio delle quote concerne soltanto l’anidride carbonica) e riguarderà tutti i grandi impianti industriali responsabili delle emissioni. Le quote di emissione poste sul mercato saranno ridotte di anno in anno in modo da permettere una riduzione delle emissioni del 21% nel 2020 rispetto ai livelli del 2005.
Nel settore energetico, responsabile della maggior parte delle emissioni dell’UE, tutte le quote saranno messe all’asta sin dall’avvio del nuovo regime, nel 2013. Negli altri settori industriali e nel trasporto aereo, la transizione verso la vendita all’asta di tutte le quote avverrà gradualmente, anche se si potranno fare delle eccezioni per i settori più vulnerabili alla concorrenza dei produttori dei paesi in cui non esistono vincoli analoghi in materia di carbonio. Inoltre le aste saranno aperte: qualsiasi operatore comunitario potrà comprare quote in qualsiasi Stato membro.
Le entrate derivanti dal sistema andranno agli Stati membri e dovranno essere utilizzate per aiutare l’UE ad orientarsi verso un’economia più attenta all’ambiente, promuovendo l’innovazione in settori quali le energie rinnovabili, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la ricerca e lo sviluppo. Parte delle entrate dovrà essere destinata ad aiutare i paesi in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici. La Commissione stima che nel 2020 le entrate derivanti dalla vendita all’asta delle quote potrebbero raggiungere i 50 miliardi di euro l’anno.
Il sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni, che è entrato ormai nel suo quarto anno di attività, si è rivelato uno strumento efficace per trovare una soluzione di mercato che incentivi la riduzione delle emissioni di gas serra. Attualmente il sistema riguarda circa 10.000 impianti industriali situati in tutta l’UE (comprese le centrali elettriche, le raffinerie di petrolio e le acciaierie), che rappresentano quasi la metà delle emissioni comunitarie di CO2. Con il nuovo regime rientrerà nel sistema oltre il 40% delle emissioni totali. Per ridurre gli oneri amministrativi, gli impianti industriali che emettono meno di 10.000 tonnellate di CO2 non saranno tenuti a partecipare al sistema di scambio.
In settori non rientranti nel sistema di scambio delle quote come l’edilizia, i trasporti, l’agricoltura e i rifiuti, l’UE ridurrà le emissioni del 10% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2020. Per ciascuno Stato membro la Commissione propone un obiettivo specifico di riduzione delle emissioni da conseguire entro il 2020; nel caso dei nuovi Stati membri gli obiettivi prevedono la possibilità di un aumento delle emissioni. Le variazioni sono comprese tra -20% e +20%.
Oltre a dotarsi di un mercato degli inquinanti che funzioni correttamente, è urgente che tutti gli Stati membri inizino a modificare la struttura del consumo energetico. Oggi la quota di energie rinnovabili sul consumo energetico finale dell’UE è pari all’8,5%; ciò significa che è necessario un aumento dell’11,5% per raggiungere l’obiettivo del 20% nel 2020.
A tal fine, la Commissione ha fissato oggi obiettivi individuali giuridicamente vincolanti per ciascuno degli Stati membri. Le scelte operate per sviluppare le energie rinnovabili variano da uno Stato membro all’altro e i tempi necessari perché tali fonti energetiche siano operative sono lunghi. È quindi importante che gli Stati membri abbiano una chiara idea dei settori in cui intendono intervenire. I piani di azione nazionali preciseranno il modo in cui ciascuno Stato membro intende conseguire i propri obiettivi e come saranno controllati effettivamente i progressi compiuti.
A condizione che l’obiettivo generale della Comunità sia raggiunto, gli Stati membri potranno contribuire allo sforzo complessivo dell’UE a favore delle energie rinnovabili senza limitarsi necessariamente ai confini nazionali. Ciò dovrebbe permettere di indirizzare gli investimenti dove le energie rinnovabili possono essere prodotte in modo più efficiente, con un risparmio compreso tra 1 e 8 miliardi di euro rispetto ai costi previsti.
La proposta odierna concerne anche l’obiettivo minimo del 10% di biocarburanti nel settore dei trasporti, percentuale che è la stessa per tutti gli Stati membri. Poiché la sostenibilità è un elemento essenziale per il conseguimento di questo obiettivo, la direttiva prevede chiari criteri in materia.
La Commissione ha inoltre adottato la nuova disciplina degli aiuti di Stato per la tutela ambientale, che aiuterà gli Stati membri a sviluppare politiche europee sostenibili in materia di clima e di energia e che, rispetto al testo adottato nel 2001 (cfr. IP/00/1519), estende l’ambito dei progetti di aiuto e aumenta le intensità di aiuto. La nuova disciplina fissa nuove condizioni per gli aiuti di Stato a tutela dell’ambiente e stabilisce un importante equilibrio tra il conseguimento di maggiori benefici ambientali e la riduzione delle distorsioni della concorrenza.
Se non sono ben mirati, gli aiuti non producono risultati ambientali e rischiano di falsare la concorrenza e di nuocere alla crescita economica nell’Unione europea.
Contesto
Il 10 gennaio 2007 la Commissione ha adottato un pacchetto su energia e cambiamenti climatici, invitando il Consiglio e il Parlamento europeo ad approvare:
– un impegno unilaterale dell’UE a ridurre di almeno il 20% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020, e l’obiettivo di ridurre le emissioni del 30% entro il 2020 a condizione che venga concluso un accordo internazionale sui cambiamenti climatici;
– un obiettivo vincolante per l’UE del 20% di energia da fonti rinnovabili entro il 2020, compreso un obiettivo del 10% per i biocarburanti.
La strategia è stata approvata dal Parlamento europeo e dai capi di Stato e di governo europei in occasione del Consiglio europeo del marzo 2007. Il Consiglio europeo ha invitato la Commissione a presentare proposte concrete, in particolare sulle modalità di ripartizione dello sforzo tra gli Stati membri per il conseguimento degli obiettivi.
Il pacchetto, che risponde a questo invito, comprende una serie di importanti proposte politiche strettamente collegate tra loro, e in particolare:
(1) una proposta di modifica della direttiva sul sistema comunitario di scambio delle quote di emissione;
(2) una proposta relativa alla ripartizione degli sforzi da intraprendere per adempiere all’impegno comunitario a ridurre unilateralmente le emissioni di gas serra in settori non rientranti nel sistema comunitario di scambio delle quote di emissione (come i trasporti, l’edilizia, i servizi, i piccoli impianti industriali, l’agricoltura e i rifiuti);
(3) una proposta di direttiva sulla promozione delle energie rinnovabili, per contribuire a conseguire entrambi gli obiettivi di riduzione delle emissioni sopra indicati.
Del pacchetto fanno inoltre parte una proposta relativa alla disciplina giuridica della cattura e dello stoccaggio del carbonio, una comunicazione sulle attività di dimostrazione in materia di cattura e stoccaggio del carbonio e la nuova disciplina comunitaria degli aiuti di Stato per la tutela ambientale.
Tutti i comunicati stampa e il testo delle proposte della Commissione sono disponibili sul sito.