Il 30 ottobre scorso, il Consiglio Comunale di Ferrara ha discusso la mozione, presentata da un consigliere dell’opposizione, in merito all’opportunità di risolvere il problema energetico del nostro Paese mettendo in discussione le scelte derivate dal referendum del 1987, in merito all’utilizzo di energia nucleare.
 Personalmente ritengo la questione energetica , una tematica complessa che richiede una risposta complessa che deve strategicamente andare ad agire in più direzioni. Il disegno di legge 786 “Norme per l’attuazione del Protocollo di Kyoto, detto “ddl salva-clima” presentato recentemente dai senatori dell’Unione della Commissione Ambiente, ha individuato la linea giusta: propone, infatti, un pacchetto consistente di misure per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, per l’efficienza energetica, per l’innovazione del sistema energetico, per la mobilità sostenibile, prevedendo l’istituzione di un Consiglio Superiore dell’Energia e il varo di un Programma nazionale di riferimento per il settore, e che ha come linea guida gli obiettivi del Protocollo di Kyoto sul clima.
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E’ opportuno investire a livello nazionale non certo su una pianificazione strategica, che si supporti su un unico pilastro di sviluppo, l’energia nucleare, (che fra l’altro potrebbe dare risultati concreti in non meno di quindici anni), ma sull’oggi e quindi sulle modalità  per realizzare un sistema energetico rinnovato e ambientalmente sostenibile
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Quali le leve che dobbiamo azionare?:
- garantire l’autonomia significa anche razionalizzare i consumi. E’ proprio necessario produrre di più o è necessario, invece, porre l’adeguata attenzione al processo di riduzione delle inefficienze e degli sprechi, favorendo il  miglioramento dell’efficienza energetica nel riscaldamento, nel parco termoelettrico e nei settori industriale e terziario, oltre che nei consumi domestici? (le indicazioni europee segnalano un possibile margine di risparmio per l’Italia pari ad almeno il 20% degli attuali consumi);
- dare una risposta alla questione energetica, significa garantire al Paese una maggiore sicurezza in termini di approvvigionamento energetico sia attraverso la diversificazione delle provenienze per il gas, sia attraverso la diversificazione delle delle fonti primarie per la generazione di elettricità , sviluppando delle tecnologie più pulite e più efficienti rispetto ai combustibili fossili. Il nostro Paese ha una grande potenzialità inespressa che sta nel ricorso alle fonti rinnovabili. Crediamo opportuno investire in questo ambito, in quanto il gap che ci differenzia dagli altri Paesi europei è sicuramente recuperabile attraverso investimenti che possono dare una risposta nel breve periodo. In Italia gli impegni sulle energie rinnovabili sono modesti: le installazioni solari in termini di m2 di pannelli installati ci fanno ampiamente sfigurare anche nei confronti di paesi climaticamente più sfavoriti, come l’Austria che ne ha termici ne ha sette volte l’Italia, o la Germania che ne 11 volte l’Italia;
- avere come principio ispiratore nelle scelte delle priorità per lo sviluppo delle politiche energetiche e per la riduzione della dipendenza dall’importazione di combustibili fossili, il Protocollo di Kyoto. Questo perché i Paesi hanno l’abitudine storica di non risarcire gli altri paesi confinanti per i danni da loro causati tramite l’inquinamento. Pertanto questi danni non sono mai visti come costi e non influenzano le scelte politiche. Il Protocollo di Kyoto è uno dei tentativi per far considerare queste esternalità negative (costi sociali) come costi privati dei singoli Stati. E’ per questo che riteniamo necessario dare priorità alla ricerca sulle energie sostenibili, sviluppata anche in sede internazionale all’Università e all’ENEA, che devono ritrovare un ruolo di rinnovata centralità . La ricerca in materia energetica deve essere sviluppata nella direzione di garanzia e tutela di tutte le matrici ambientali: è per questo che sarebbe opportuno intensificare gli sforzi di ricerca sul “sequestro del carbonio”, sull’idrogeno “verde”, sulle celle a combustibile, piuttosto che sul tema energia atomica.
- avere come priorità , in merito alla questione energia nucleare, la soluzione dei problemi generati nel passato, che stanno ancora languendo. Infatti, dopo Chernobyl, un referendum ha di fatto escluso come fonte di energia l’uso del nucleare in Italia: non riteniamo opportuno mettere in discussione le scelte degli italiani in quella sede in quanto riteniamo che una ripresa del programma nucleare in Italia oggi non sia proponibile. Ma è indispensabile oggi risolvere il problema della gestione delle scorie generate dagli impianti, che ci sono state lasciate in eredità da quella tecnologia: la vicenda di Scanzano Jonico insegna.I materiali e i rifiuti radioattivi esistenti in Italia si trovano da decenni in una situazione di provvisorietà , che rende sempre più complesso e oneroso il mantenimento di adeguate condizioni di sicurezza. La perdurante mancanza di una soluzione definitiva per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi determina una situazione di grave pericolo latente associata a fattori quali:
–         la moltiplicazione di depositi temporanei distribuiti sul territorio e la loro precarietà , in gran parte non progettati per il medio-lungo termine e ubicati in siti non idonei a tale scopo;
-          il progressivo invecchiamento delle strutture, che hanno già raggiunto o stanno ormai raggiungendo la fine della vita utile;
–-       a necessità di procedere allo smantellamento delle installazioni nucleari dismesse ormai da oltre 15 anni, al fine del recupero ambientale dei siti. Quindi in merito al nucleare è prioritario oggi provvedere: alla sistemazione e all’allontanamento del combustibile esaurito (ancora oggi spesso giacente presso alcuni impianti, soprattutto centrali nucleari), alla gestione dei rifiuti radioattivi prodotti in fase di esercizio (ancora oggi ospitati temporaneamente presso le centrali), alla gestione dei rifiuti radioattivi e dei materiali che si produrranno in seguito allo smantellamento delle installazioni.
Ritengo che la questione vada trattata con un principio innovatore, e ch non si ritorni ad intraprendere strade fortunatamente già abbandonate in passato.
Mascia Morsucci
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