In questi giorni si stanno definendo le proposte per l’istituzione di Aree Protette che la Provincia di Rimini dovrà formulare alla Regione Emilia-Romagna.
Una occasione per valorizzare quello straordinario patrimonio ambientale e paesaggistico costituito dall’asta fluviale del nostro Marecchia.
I nostri nonni ed i nostri padri fecero, non troppi anni fa, la scelta di destinare le zone costiere ad una crescita economica ed urbanistica che garantisse un futuro ai propri figli, utilizzando la risorsa più facilmente disponibile sul mercato: il territorio.
Rappresentò una grande scelta economica e culturale che ognuno di noi porta dentro di sé ancora oggi, ereditandone benefici e svantaggi. Una eredità talvolta declinata in una programmazione caotica del territorio e in quella isteria estate-inverno che tutto sommato probabilmente è anche alla base della nostra capacità di ospitare e del nostro essere allo stesso tempo sanguigni ed un pò disfattisti.
Ma, oggi, può essere definito esaustivo quel paradigma? Qual è oggi la risposta alla domanda: “quale futuro?” per i nostri ospiti e per i nostri figli?
Ho apprezzato in questi giorni le diverse presentazioni delle linee guida del nuovo Piano Territoriale di Coordinamenti Provinciale, il Piano che delineerà il futuro di questo territorio nei prossimi 20 anni, presentazioni all’insegna dello sviluppo qualitativo in sostituzione di quello quantitativo, per la valorizzazione armonica del paesaggio e della sostenibilità, in simmetria perfetta con quanto enunciato nel programma di mandato del Sindaco Alberto Ravaioli poco più di un anno fa. Mi interesso di comunicazione ed ho anche apprezzato i grandi manifesti pubblicitari in cui campeggiano le parole “Ambiente”, “Mobilità”, messaggi mai così chiari ed espliciti nei confronti dei cittadini.
E’ per questo che immagino di trovare disponibilità nell’Amministrazione Provinciale nel formulare la proposta di tutelare e proteggere l’area di maggiore pregio naturalistico ed ambientale costituita da tutta l’asta del Fiume Marecchia, forse l’ultima risorsa biologica ‘credibile’ a nostra disposizione.
Individuare siti che siano maggiormente valorizzati attraverso l’istituzione di Aree Protette o Aree Parco mi pare possa essere una strategia seria, un investimento sull’Ambiente che ancora è a nostra disposizione e che non preclude la strada dello sviluppo ma nemmeno lascia campo aperto a speculazioni che non siano sostenibili per Tutta la comunità.
Le nostre amministrazioni stanno lavorando molto per recuperare gli effetti di una urbanizzazione ‘pesante’ dei centri urbani che provoca tutta una serie di ripercussioni negative sulla qualità di vita della nostra gente, dai problemi derivanti dalla gestione delle acque a quelli dell’aria, solo per citarne alcuni.
A pochi passi da noi, d’altra parte, sopravvive un fiume ed il suo patrimonio di biodiversità, un polmone verde ed una via d’acqua più volte attaccata e che non gode ad oggi di piena salute. Ciò nonostante mai come ora, anche per effetto di una sensibilità ambientale crescente, il fiume viene vissuto dai riminesi che sempre di più lo riscoprono e lo frequentano anche attraverso le lunghe piste ciclabili che lo collegano ai centri urbani realizzate dalle amministrazioni locali.
D’altra parte se siamo stati in grado di una rivoluzione copernicana come quella della ‘destagionalizzazione’ perché non possiamo essere in grado in futuro di offrire una alternativa turistica fatta di percorsi naturalistici lungo la valle del Marecchia, tutelando e valorizzando l’unica vera risorsa ambientale che ci rimanga? Non è oggi in molte città italiane la strada che si intraprende?
L’Amministrazione Comunale di Rimini realizzò a tale scopo uno studio che mise in luce quale sia la ricchezza del patrimonio naturalistico e faunistico in alcune zone del territorio comunale quale ad esempio l’area dell’ex cava Incal System, di proprietà dell’amministrazione comunale, a due passi dalla pista ciclabile della sponda destra del Fiume. In molto studi e convegni si sono presentate inoltre tutte le ricchezze nascoste lungo tutto il corso del Marecchia che aspettano solo di essere vigilate e tutelate.
Caro Presidente Fabbri, sono convinto che l’Amministrazione Provinciale sia in grado di immaginare quel giorno in cui si dia vita ad un governo ed una organizzazione unitaria di tutto quello straordinario parco ‘tematico’ ambientale che è il Fiume Marecchia e la sua valle.
Con fiducia e speranza….
Andrea Zanzini
Assessore alle Politiche Ambientali ed Energetiche
del Comune di Rimini
Caro assessore, sono cittadino riminese e a più di un anno dalla sua nomina scopro finalmente su questo blog, una iniziativa veramente valida per la tutela dell’ambiente in provincia. Per quanto mi riguarda, in base alle scarse notizie che mi giungono, il suo assessorato è uno dei più nascosti e più “imbavagliati” della giunta. Anche durante la gestione dei verdi dell’assessorato infatti, durante la scorsa legislatura, le politiche ambientali sono state pressochè inesistenti. O meglio, tutto quello che si è fatto fino ad ora sono stati piccoli spot pubblicitari eco-ammiccanti per la riviera e per l’industria del turismo che poi è una delle cause del maggior degrado ambientale della riviera stessa. Insomma, sebbene ci fregiamo di un impianto di compostaggio, di bandiere blu, facciamo il blocco dei veicoli in inverno (ma lo smog resta) e liberiamo le tartarughe in mare, la nostra provincia annega fra inceneritori criminosi, smog e PM10 da metropli industriale e un cronico puzzo imbarazzante di fogna e liquami al mare. Ancora? Si, si può citare la speculazione edilizia al limite dello scempio ed una gestione dei rifiuti di Hera volta all’unico scopo del profitto per celebrare la catastrofe riminese dell’ambiente. Una città turistica, stuprata quasi come se fosse un lercio distretto industriale. Il vederla prendere la parola comunque mi fa finalmente ben sperare per un miglioramento, anche se devo proprio dire che a Rimini la battaglia si fa in città,non solo nell’entroterra. Il degrado ambientale della città e arrivato alle soglie massime di sopportazione. Stiamo concentrando lo schifo delle metropoli in una città che dovrebbe essere una finestra sull’adriatico. So che molto è al di fuori delle responsabilità di un assessorato messo nelle condizioni di potere far poco o nulla. So che la città è in mano ai costruttori edili senza scrupoli di sorta, in mano ad Hera, in mano ad una provincia complice di coloro che la stanno spremendo come un limone per profitto, ma continuo a sperare che gente come lei, che si impegna per il bene comune. A noi cittadini non arriva quasi nulla del suo lavoro. Il piano strutturale poi, propaganda a parte,sarà stabilito dagli stessi che hanno cementificato Rimini senza pietà. Io spero per il meglio, ma sono pronto al peggio. Se lei però continuerà per la strada di una difesa ambientale decisa e senza compromessi, potrà dare giustizia a noi ambientalisti e dimostrarsi più verde anche di noi verdi. Me lo auguro di tutto cuore. Il Marecchia è un inzio, ma la lotta la aspetta in città. Se la combatterà io la sosterrò. Grazie e buon lavoro. Fabio Re (Rimini) P.S. Trovo che l’idea di un blog sia ottima e in perfetto stile Agenda 21. Bene così.