dal Corriere di Rimini.
Secondo i dati raccolti dal satellite, l’Europa sarà divisa in un nord sempre più mite e un sud sempre più a rischio per il caldo. Il quadro più grave riguarda l’Italia che dovrà fare i conti, nel giro di 70 anni, con «siccità , riduzione della fertilità del suolo, incendi e altri fattori dovuti al cambiamento di clima». Il riscaldamento porterà all’innalzamento del mare, che secondo lo studio potrebbe crescere anche di un metro («gran parte della nostra costa finirà sott’acqua». L’assessore ha chiesto la relazione per analizzare nel dettaglio le ricadute sulla riviera. I dati anticipati dal Financial Times sembrano non avere colpito l’opinione pubblica. «Ho l’impressione che anche a Rimini le persone non abbiano ben compreso la gravità della situazione e, invece, uno studio di questo tipo merita tutta l’attenzione. Tra le tante dichiarazioni che ho letto negli ultimi giorni mi ha colpito la battuta di Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, che ha parlato di trasferire gli alberghi in Scandinavia. Simili affermazioni sono assurde perchè indicano come l’allarme sia stato preso sottogamba e poi, ammesso che gli albergatori si trasferiscano, i lavoratori cosa faranno?».Considerazioni apocalittiche, ma basate «sullo studio più attendibile di cui si dispone attualmente». Zanzini spiega cosa è necessario fare a Rimini. «Innanzitutto riqualificare il territorio, incentivando l’uso della bioarchitettura per la quale abbiamo adottato un apposito regolamento e poi dare impulso alle bio-tecnologie per il risparmio energetico e idrico». La Regione ha recentemente invitato i sindaci della costa a fare il possibile per ridurre gli sprechi d’acqua. «Il riciclo è fondamentale sia in termini di risparmio economico per le strutture turistiche che in termini di risparmio ambientale. Lo stesso discorso vale per l’energia pulita e infatti stiamo studiando come incentivare l’utilizzo d’impianti fotovoltaici. Ad esempio, stiamo prendendo accordi con gli istituti di credito e le aziende che si occupano di energia per abbassare la soglia di accesso». (ste.p.)